Il sogno di Aleramo

Ozzano Monferrato

 

 

Poco prima di Ozzano, si vedono le arnie dell'azienda “Antos” di Giulio Mortara, tra i primi ad utilizzare i prodotti delle api nella cosmesi di qualità. Il luogo fu concesso in feudo nel 1164 dall'imperatore Federico Barbarossa al marchese di Monferrato, passò poi al card. Mercurino Arborio di Gattinara, cancelliere dell'imperatore Carlo V. Il castello, che nei secoli ha subito numerosi interventi, domina l'abitato. Di proprietà della famiglia Visconti, si presenta oggi come una residenza nobiliare di rango elevato, circondata alte mura di notevole forza difensiva. Molto bello il parco con i giardini pensili e quelli all'italiana all'ombra del secolare cedro del Libano, che prospetta sul sagrato della sottostante chiesa parrocchiale, la cui torre campanaria è inglobata nella parete rocciosa. Dedicata a San Salvatore, la costruzione tardo-gotica risalente alla prima metà del XV secolo conserva antichi affreschi attribuiti alla bottega del celebre pittore casalese Martino Spanzotti. Degna di nota la Casa Bonaria-Simonetti, un raro esempio di architettura civile dello stesso secolo. E' l'edificio privato più antico del paese, con finestre ad arco acuto, sviluppato su due piani: il piano terra in blocchi di pietra da cantoni e il primo piano in mattoni a vista. Il solaio è in legno con pavimento in cotto, molto particolare l'altana angolare in legno, sorretta da grandi travi in rovere e sporgente dal muro perimetrale. L'edificio ha subito negli ultimi decenni due restauri. A valle dell'abitato, in località Lavello (per la presenza di una fonte utilizzate dalle donne per lavare i panni), si insediò la nascente industria cementifera favorita dalla costruzione dell'attuale strada Casale-Torino e dalla stazione ferroviaria della linea Asti-Mortara. E' stato creato un interessante percorso tra siti di archeologia industriale presenti nel territorio comunale.